È molto diffusa la convinzione che tra donne sia facile diventare nemiche e ostacolarsi a vicenda. Invece, il legame che spesso unisce le donne è un profondo senso di solidarietà femminile: in questo caso si parla di “sorellanza”, un patto sociale, etico ed emotivo tra donne.
È stata Kate Miller negli anni ’70, nell’ambito delle manifestazioni femministe, a coniare questo termine per definire l’unione profonda che la legava alle sue compagne. Ogni donna è unica e diversa dalle altre ma, al tempo stesso, tra loro c’è anche somiglianza nella difficoltà a superare disparità sociali, politiche ed economiche e nel desiderio di realizzarsi e rendersi indipendenti.
Sorellanza: qualcosa in più della semplice solidarietà tra donne
La parola italiana sorellanza deriva dal termine inglese sisterhood anche se, confrontando la definizione inglese con quella italiana, sembra essersi persa una parte fondamentale del senso originario. Nel dizionario inglese Cambridge si parla di “a strong feeling of friendship and support among women who are involved in action to improve women’s rights”, ossia di un sentimento di amicizia e supporto tra donne che sono coinvolte in azioni per promuovere i diritti femminili. Mentre nel dizionario italiano Treccani la sorellanza viene citata come “sentimento di reciproca solidarietà fra donne, basato su una comunanza di condizioni, esperienze, aspirazioni”. Che cosa è rimasto del significato originario del termine e cosa è sfumato? Se dal punto di vista teorico il concetto è analogo, nella variante italiana scompare del tutto la parte pratica legata al passare all’azione per lo sviluppo dei diritti e delle opportunità delle donne.

Solidarietà tra donne: unire teoria e pratica per cambiare le cose
Perché è così importante ampliare la definizione di sorellanza inserendo anche una caratteristica più pragmatica? Il senso di solidarietà e di unità tra donne è un’essenziale base di partenza ma da sola non basta: è il punto di inizio per poi agire, singolarmente e collettivamente.
Il senso di solitudine e la convinzione di essere le uniche ad avere certe difficoltà possono portare a chiudersi e a rassegnarsi alle circostanze. Sentirsi sorelle e unite da problematiche comuni, al contrario, può dare la forza e l’energia per uscire dal proprio guscio e dalla lamentela. Ecco, quindi, che la sorellanza può diventare carburante per muovere i primi passi verso il cambiamento, verso la crescita personale e professionale, verso l’impegno a mettersi in gioco per raggiungere i traguardi desiderati.
La sindrome dell’ape regina: la rivalità tra donne
Il potere dell’azione si evidenzia anche in negativo e ci sono situazioni ancora peggiori rispetto al sentirsi sole: sono i casi di rivalità tra donne, sia nella vita privata che sul lavoro. È la cosiddetta sindrome dell’ape regina: un capo donna che rivolge la sua leadership negativa verso le altre donne. Leader di questo tipo sono state spesso rappresentate al cinema, come nel caso di Miranda Priestley nel noto film “Il Diavolo veste Prada”. Ma perché la rivalità femminile e la competizione tra donne vengono messe in risalto a livello mediatico mentre si evidenzia la solidarietà tra uomini, nel lavoro e nello sport, parlando, non a caso, di fare squadra e fare spogliatoio? In assenza di role model femminili positivi, le leader donne hanno talvolta copiato il peggio della leadership maschile, esasperandone i tratti. Ma la sorellanza può aiutare a prendere una direzione diversa.
Sorellanza tra donne: verso un vero spirito di squadra
E se invece di tirare fuori il peggio le donne riuscissero a manifestare soprattutto la loro parte migliore? La sorellanza si realizza concretamente quando nelle altre donne si riconoscono tratti di noi stesse. Ecco che la storia di una donna diventa ispirazione e stimolo, un dono prezioso da condividere. Al di là delle differenze caratteriali, sociali ed economiche, le donne possono scoprirsi sorelle con il comune desiderio di vivere una vita in cui sentirsi pienamente se stesse, esprimere i propri talenti e portare il proprio contributo. Per passare all’azione e utilizzare la sorellanza come trampolino di lancio, può essere molto utile partire dalle cosiddette soft skills tipicamente femminili, come l’empatia, l’ascolto attivo e la resilienza. Le soft skills femminili possono contribuire a creare un circolo virtuoso in cui si ci sostiene e incoraggia a vicenda a fare un passo in avanti verso l’auto-realizzazione. Un viaggio verso l’espressione dei propri talenti e la piena valorizzazione di sé stesse per fare spazio ad nuovo tipo di donna, manager, imprenditrice ma anche collega.

Inner power: un viaggio all’insegna della sorellanza
Ed è proprio all’insegna della sorellanza il percorso gratuito Inner Power, che ho creato insieme all’amica e collega coach Jessica Pellegrino. Iscrivendoti a Inner Power, ogni giorno, per una settimana, riceverai una mail esclusiva e degli esercizi speciali per risvegliare i tuoi talenti, iniziare a muoverti nella direzione della vita che desideri e della donna che vuoi diventare. Jessica ed io saremo al tuo fianco, proprio come tue sorelle, per accompagnarti durante il tuo viaggio. Ma Inner Power è molto di più: è, infatti, la porta di accesso ad un percorso più intenso, profondo e collettivo dove – se deciderai di farne parte – ci saranno molte altre donne intenzionate a intraprendere questo viaggio insieme a te.
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Miriam Bruera
Founder Pink Factory Academy